Notizie da DRI Italy

Summer is coming! L’estate è alle porte e, purtroppo, in molti paesi europei si sta verificando una situazione di grave siccità. Questo fenomeno sta diventando sempre più frequente e, purtroppo, anche l’Italia potrebbe subirne le conseguenze.

Le aziende italiane devono quindi prepararsi adeguatamente per affrontare una possibile siccità durante questa estate. Infatti, è importante considerare i rischi della siccità non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da una prospettiva di Business Continuity Management.

Le conseguenze della siccità sulle attività delle imprese possono essere molteplici. Ad esempio, la riduzione della disponibilità idrica può compromettere la produzione di alcune aziende, che possono subire interruzioni o addirittura la cessazione temporanea delle attività. Inoltre, la riduzione delle risorse idriche può incidere sui processi produttivi e sui tempi di consegna, con conseguenze negative sulla customer satisfaction.

Il rischio principale è forse quello energetico. Non solo le centrali idroelettriche ma anche le termoelettriche saranno messe in crisi dal livello insufficiente delle riserve idriche e dei fiumi. Inoltre, le alti temperature portano ad un incremento della potenza impegnata per i sistemi di condizionamento e quindi a possibili black-out. Infine, la presenza di situazioni simili in altri Paesi, Francia innanzitutto, non consentirà di contare sul loro surplus energetico.

È quindi fondamentale che le aziende italiane, pubbliche e private, mettano in atto misure preventive per limitare gli impatti della siccità sulle loro attività. Una buona pratica può essere quella di adottare da subito tecnologie e processi produttivi che riducano il consumo di acqua, o che prevedano il recupero e il riutilizzo delle acque reflue.

Inoltre, è importante che le imprese italiane adottino – anche in questo caso – un approccio resiliente, di business continuity management, che preveda la predisposizione di piani di emergenza e di continuità delle attività in caso di siccità, black-out e razionamento energetico. Questi piani dovrebbero prevedere, ad esempio, l’identificazione delle attività critiche per l’azienda e la predisposizione di soluzioni alternative per garantirne la continuità.

In sintesi, la siccità è un fenomeno che può avere gravi conseguenze per le attività delle aziende italiane. È quindi fondamentale che le imprese si preparino adeguatamente ad affrontare questo rischio, adottando tecnologie e processi produttivi sostenibili, predisponendo piani di emergenza e sensibilizzando i propri dipendenti e i propri manager sulla gestione sostenibile delle risorse idriche. Solo così potremo garantire la continuità delle attività aziendali del nostro Paese e contribuire a una gestione più sostenibile delle risorse ambientali.

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La normativa sulla Business Continuity nel nostro Paese è alquanto scarna. Fanno eccezione le normative presenti in alcuni (pochi) settori e tra questi il principale è certamente quello delle Banche. La Banca d’Italia è attiva su questo ambito già dalla metà della prima decade di questo secolo. La norma più frequentemente richiamata è la Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013, che è stata più volte aggiornata e che richiama la necessità di azioni volte a preservare la continuità operativa dei processi critici della banca. 

Di seguito alcuni link:

L’UNDRR (ex UNISDR) è il punto focale delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di disastri. L’UNDRR supervisiona l’attuazione del Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030, sostenendo i paesi nella sua attuazione, monitorando e condividendo ciò che funziona nel ridurre il rischio esistente e prevenire la creazione di nuovi rischi. 

Il sito è certamente molto istituzionale ma contiene molte informazioni utili, in particolare sul Sendai Framework.

Il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 (Sendai Framework) è stato il primo grande accordo dell’agenda di sviluppo post-2015 e fornisce agli Stati membri azioni concrete per proteggere i guadagni dello sviluppo dal rischio di disastri.

Il Sendai Framework lavora di pari passo con gli altri accordi dell’Agenda 2030, tra cui l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, l’Agenda d’azione di Addis Abeba sul finanziamento dello sviluppo, la Nuova agenda urbana e, infine, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. È stato approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dopo la Terza Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla Riduzione del Rischio di Disastri (WCDRR) del 2015, e si batte per:

  • La riduzione sostanziale del rischio di disastri e delle perdite di vite, mezzi di sussistenza e salute e dei beni economici, fisici, sociali, culturali e ambientali di persone, imprese, comunità e paesi.

Riconosce che lo Stato ha il ruolo primario di ridurre il rischio di disastri, ma che la responsabilità dovrebbe essere condivisa con altre parti interessate, tra cui il governo locale, il settore privato e altre parti interessate.

Il Sendai Framework può essere scaricato qui

 

Il DRI è certamente una delle organizzazioni più autorevoli nell’ambito della BC al mondo. Nel loro sito www.drii.org si presentano come segue.

“Disaster Recovery Institute International (DRI) è la più antica e più grande organizzazione no-profit che aiuta le organizzazioni di tutto il mondo a prepararsi e a riprendersi dai disastri fornendo formazione, accreditamento e leadership di pensiero in materia di continuità aziendale, disaster recovery, cyber resilienza e campi correlati. Fondata nel 1988, DRI ha certificato più di 15.000 professionisti della resilienza in più di 100 paesi e nel 95% delle aziende Fortune 100. DRI offre 15 certificazioni individuali, compresa la certificazione CBCP riconosciuta a livello mondiale, e certifica le organizzazioni come imprese resilienti. DRI offre programmi di formazione che vanno dal livello introduttivo al master in una varietà di specialità in più lingue; opportunità di formazione continua online e di persona; e una conferenza annuale dedicata alla professione della resilienza. DRI sostiene attività di beneficenza attraverso la DRI Foundation”

Malgrado la evidente radice anglosassone, DRI eroga corsi in molte lingue e Paesi, tra cui l’Italia. I corsi in italiano sono pubblicizzati tramite il sito www.dri-italy.it

In questo video, la presidente DRI presenta la sua organizzazione